L’America finta di Trump e l’Ucraina oltre Zelensky

Uno sbruffone contaballe la definizione più spontanea. Parliamo del presidente degli Stati Uniti che sta mettendo il mondo sottosopra per una ‘America uber alles’ di brutta sonorità, e che sta buttando la democrazia americana nel cesso. Presto anche la sua economia, mentre l’Ucraina, anche lei segnata da qualche eccesso di personalismi al vertice, annuncia e smantisce lettere e accordi mentre la Cia le taglia l’intelligence

Stato della disunione, pseudo-fatti e strappi ideologici

Una piccola raccolte dei florilegi trumpiani aiutati da Luca Celada. Quasi due ore di parole e pseudo-fatti sull’insindacabile predominio americano sull’universo mondo. Un’età aurea “mai vista nella storia del paese”. La sua rielezione, “la più straordinaria della storia per reinventare il paese”. Interminabile autocelebrazione dei “cento decreti” già firmati (“un record, meglio perfino di Washington, che è secondo”). Dall’inedito Golfo d’America alla proibizione delle politiche verdi e di quelle per le pari opportunità, fino al riconoscimento di “soli due sessi”.

Nemici attorno

Un’America eletta e minacciata da antagonismi interni ma destinata ad essere vincitrice, ora che ha infine trovato “un condottiero capace di impugnare senza falsi timori la forza dei giusti”. Ed ecco la politica dei dazi risarcimento morale per i torti subiti dagli Stati uniti (“fottuti” per decenni dagli altri paesi). Le Borse a Picco? Piccole “scosse di assestamento”. Presto via i trattati di libero scambio. E torna la Groenlandia, “e il vasto territorio strategico sarà nostro in un modo o nell’altro”. Idem per il canale di Panama già in fase di “recupero”.

Ucraina ed Europa, bugie e raffica

La resa di Zelensky. Trump ha archiviato la rissa nello studio ovale sostenendo di aver ricevuto una lettera da Zelensky in cui il presidente ucraino si dichiara “pronto ad accettare la leadership di pace dello stesso Trump, oltre all’accordo sulle terre rare”. Balle su balle anche sui numeri: gli Stati Uniti hanno sostenuto Kiev con 350 miliardi (in realtà circa 100 miliardi) mentre l’Unione Europea, “pronta ad acquistare gas russo”, ne avrebbe sborsati solo 100 (in realtà 130 miliardi). Oltre all’immancabile elogio a Musk, cacciatore di sprechi.

Ucraina in confusione

Sul principale campo di battaglia, in Ucraina, le informazioni americane subiscono smentite clamorose nel giro di poche ore avverte Sabato Angieri. «È la confusione che attanaglia i soldati al fronte, che si chiedono quanto potranno resistere senza le armi Usa; il governo di Kiev, che non sa più come accettare le condizioni di Donald Trump senza passare dalla pubblica abiura». Con Zelensky che, passata la ventata d’orgoglio per i quei quasi ‘vaffa’ ai due prepotenti della Casa Bianca, ora in oggettiva difficoltà politica interna, per le troppe minacce che incombono.

Cia e servi segreti Ucraini

Ieri mattina il Financial Times aveva dato in anteprima la notizia che Washington, oltre alla armi, aveva anche bloccato le informazioni di intelligence. Le fondamentali coordinate satellitari per identificare gli obiettivi militari russi, gli spostamenti delle truppe nemiche. Quasi peggio dell’assenza di proiettili da sparare. A metà giornata i media ucraini provano a smentire: le informazioni di intelligence continuano ad arrivare, nonostante l’ultimo decreto di Trump. E costringono il nuovo capo della Cia, John Ratcliffe, a confermare che il servizio segreto esterno degli Usa ha chiuso la linea diretta con Kiev.

Lettera del mistero

La presunta ‘ lettera di resa’ inviata da Zelensky e vantata da Trump. Secondo Kiev, questa lettera non esiste. Ma gli stessi concetti sono stati espressi da Zewlensky in un post su X. Tuttavia, la disponibilità ucraina a concludere l’Accordo sulle terre rare è stata effettivamente rinnovata, -nulla di firmato-, sarebbe solo questione di tempo. E Ucraina e Stati uniti hanno concordato di riprendere i colloqui bilaterali già all’inizio della prossima settimana, annuncia Zelensky nel suo messaggio tv serale Zelensky che azzarda: «Si potrebbero vedere presto i primi risultati» di questo riavvicinamento.

Trump-Zelensky, Europa e Mosca

Per la definitiva ricucitura tra Trump e Zelensky bisognerà attendere un nuovo viaggio negli Usa del presidente ucraino, che stavolta potrebbe essere accompagnato da Macron e Starmer. Di questa missione a tre, ha parlato il portavoce del governo francese, ma a stretto giro sia l’Eliseo che il governo britannico hanno chiarito che “non ci sono piani di una missione congiunta”. Forse di questa trasferta americana dei tre leader si è cominciato a discutere, e si attende l’avvallo di Trump, per quanto filtra da Londra. Il Cremlino ha ribadito che le parole di Zelensky sulla volontà di pace sono positive, ma ha puntualizzato che non ci sono ancora negoziati.

Trump spegne i missili dell’Ucraina

Il Telegraph scrive che alle 14:00 di mercoledì, le informazioni cruciali per guidare missili a lungo raggio come Himars sono andate in fumo, il che significa che i soldati ora combattono alla cieca. Un ufficiale dell’intelligence militare a Kiev ci ha detto che il congelamento dell’intelligence equivaleva a “più o meno un blackout totale”. L’intelligence statunitense non è solo fondamentale per colpire i missili, ma è anche essenziale per le misure difensive, come dare un preavviso di aerei o missili russi in arrivo.

Tags: Ucraina Usa
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