
Il problema, per certi versi traumatizzante, è molto semplice: si è votato solo l’anno scorso per le elezioni nazionali, con un plebiscito a favore dei Laburisti, mentre i Conservatori sprofondavano. Ma ora, gli umori del popolo britannico sembrano rimettere radicalmente in discussione quel verdetto e i sondaggi indicano un ‘terzo incomodo’ in forte ascesa. Per essere chiari, a bruciare i ‘polls’ sono proprio i disprezzati populisti di «Reform UK», il partito dell’altrettanto snobbato Nigel Farage. Spesso descritto, dal resto dell’austero circo politico anglo-sassone, come una specie di macchietta qualunquista, che blatera programmi di un estremismo quasi arcaico.
Come già successo in altri grandi Paesi, come Francia e Germania, anche nel Regno Unito i partiti tradizionali fanno sempre più fatica a interpretare i bisogni della gente. Così, può accadere il paradosso che, di fronte allo scasso dei conti pubblici, i laburisti inglesi, per ‘quadrare il cerchio’, siano costretti a fare politiche ‘monetaristiche’ di bilancio. Dove non si coglie più la differenza tra destra e sinistra. Sir Keir Starmer, il Primo ministro, ha ereditato un Paese indebitato, con infrastrutture logore e che eroga servizi sociali di pessima qualità. A cominciare dal criticatissimo Servizio sanitario nazionale. In una situazione di questo tipo, non può assolutamente dare le risposte immediate che chiedono i cittadini. In tale punto di mancata saldatura tra il Labour e il suo elettorato tradizionale, s’inserisce Farage, dirottando su “Reform UK” la massa degli elettori scontenti.
Un’operazione studiata a tavolino, che comporta anche una corsa in solitario, dato che il leader populista ha persino rifiutato di fare alleanze mirate con i Conservatori, alle Municipali. Evidentemente si sente sicuro di poter vincere abbastanza seggi nei consigli comunali, da poter poi far pesare nelle future trattative. Ma qual è effettivamente la situazione sul campo e che prospettive di cambiamento ha il quadro politico britannico? Un sondaggio particolare è stato condotto dal ‘Sun’, tabloid inglese spesso denigrato dai circoli della grande politica, perché ritenuto ‘poco impegnato’ (per usare un eufemismo). Forse sarà vero. Tuttavia, è pure vero che è letto da circa 8 milioni (!) di lettori al giorno e che, sicuramente, fa più opinione di molti altri paludati quotidiani. Dunque, scrive il Sun, «un sondaggio shock rivela che Reform UK spazzerebbe via il Muro Rosso del partito laburista alle elezioni, mentre il 68% pensa che la Gran Bretagna sia in rovina. Il sostegno al partito di Farage, rispetto alle ultime elezioni dovrebbe salire dal 18 al 30%. .
Secondo oltre due terzi degli elettori – prosegue il Sun – la Gran Bretagna è allo sbando in un campo di battaglia politico chiave. Il sondaggio schiacciante, condotto nel Red Wall del Partito laburista, è arrivato dopo un altro giorno di attraversamenti della Manica e di rifiuto da parte dei sindacati di un’offerta per risolvere il lungo sciopero dei netturbini». Il rilevamento è stato effettuato dalla società Survation, che ha parlato con gli elettori di una regione definita come Muro Rosso, per sottolineare la sua ‘fede’ laburista, in quanto costituita prevalentemente da operai e agricoltori. Si tratta del Nord-ovest, del Nord-est, dello Yorkshire, e della Midlands orientali e occidentali. «Sono tutte aree in cui – scrive il Sun – nelle elezioni generali dello scorso anno, il Partito laburista ha riconquistato numerosi seggi, persi nel 2019. E in un verdetto schiacciante, emesso dopo soli nove mesi al potere, le risposte suggeriscono che il governo ha mantenuto meno di tre elettori su quattro nel 2024».
È probabile che anche nel Regno Unito si stia verificando un duplice slittamento: quello delle élites di potere e quello dell’elettorato. In particolare, i governi di sinistra ‘coprono’ sempre più il centro, trascurando gli operai e tutte le categorie affini. Gli elettori sotto-rappresentati, a loro volta, si spostano verso formazioni nuove, percepite come ‘anti-sistema’. Vediamo cosa testimonia il poll del Sun: «Anche quando è stato chiesto agli intervistati quale leader di partito rappresentasse al meglio le opinioni dei lavoratori, Farage era in vantaggio sul Primo ministro Starmer, con il 30% contro il 22%. E oggi il capo di Reform UK dichiara a The Sun che il governo ha abbandonato i suoi elettori tradizionali ‘per assecondare le classi medie’». Concetto ripreso, ma da un’angolazione completamente opposta, dal Guardian, che ha voluto citare la battuta di Nigel Farage, il quale ha dichiarato «che i carri armati di Reform UK sono già sui prati del Muro rosso, pronti a sbaragliare il Partito laburista.
Scopiazzando qualcuno dei temi elettorali cari a Trump, il leader populista britannico ha parlato in un circolo operaio nella contea di Durham: un simbolismo deliberato, in quella che era la circoscrizione di Sedgefield di Tony Blair. Lui vuole sfruttare i buchi aperti da una ‘transizione verde’ fatta a casaccio, facendo riaprire tutte le fabbriche sacrificate al ‘net zero’ del carbonio. Il resto è roba stracotta, ma sempre appetibile: prezzi e mutui troppo alti, immigrazione selvaggia, servizi pubblici scalcinati e tasse di tutti i colori. Insomma, attenzione a Farage, perché lui sarà forse ‘populista’, ma gli altri sono sicuramente ‘impopolari’.